DA UN GRANDISSIMO DANNO, NASCE UN'OPPORTUNITA' INTERESSANTE

Lo scorso settembre un’enorme quercia secolare ha sbrancato. Non un semplice sbrancamento di una reiterazione parziale “potenzialmente sacrificabile” da parte dell’albero, ma uno schianto che ha interessato metà chioma. I miei nuovi clienti, molto spaventati, hanno allertato subito il 115 e l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha prodotto circa 100 quintali di legna. Si, avete letto bene: 10 tonnellate!!! Stiamo parlando di un monumento vivente di quasi due secoli con un’altezza di circa 28 metri ed un diametro della chioma di 35 metri.

È stato solo un caso che nessuno si sia fatto male, infatti lo schianto ha interessato quella metà della chioma che gravava sul giardino e non sulla strada comunale. Quindi il tutto si è limitato ad alcuni danni al basso servizio nel giardino.

Proseguo con la cronaca. I clienti mi chiamano qualche giorno dopo l’evento per una perizia. Io non mi ricordavo di loro, ma la signora rammentava perfettamente che 30 anni fa andai per periziare un cipresso nero (pure questo più che secolare) che venne colpito da un fulmine in modo molto pesante. Anche in quel caso il mio consiglio (contrariamente  a quello di  diversi altri personaggi che evidentemente non conoscono gli alberi) fu di cercare di salvare l’albero. Si trattava infatti dell’unico superstite di un viale alberato di 3 chilometri che due secoli fa portava ad una vecchia Chiesa.

Seguirono il mio consiglio ed oggi il cipresso è ancora al suo posto più bello e rigoglioso che mai. Alla faccia dei gufi!

Gufi che hanno sentenziato anche per la grande quercia in questione ma sempre in contrasto con la mia valutazione di stabilità prontamente redatta. Insomma, per me e per la scienza dell’arboricoltura la quercia deve essere assolutamente salvata.

Ho redatto una valutazione di stabilità seguita da una relazione con un piano di lavoro immediato e con una previsione di recupero lunga 15 anni.

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Quello che si presentava ai nostri occhi è un albero in fase di sviluppo “8”, il che vuol dire, nella sua pienezza ma già in fase di leggera autoriduzione fisiologica. L’albero, già da solo, ha cominciato ad investire su reiterazioni ritardate centripete (interne alla chioma) atte al rinnovo della stessa chioma, a scapito delle ramificazioni più lontane che sono troppo dispendiose in termini di energia e di ormoni.

Il nostro lavoro nell’immediato è stato quello di agevolare tutto ciò (se non addirittura anticiparlo) che fisiologicamente è comunque già iniziato.

In definitiva, oltre ad una meticolosa rimonda del secco, abbiamo selezionato le reiterazioni totali equivalenti sulla sommità della chioma rimanente per permettere più ingresso di luce solare in modo che le nuove ramificazioni interne possano crescere con vigore.

Per le reiterazioni parziali, cioè quelle più basse e orizzontali, abbiamo adottato la classica tecnica del ramo di ritorno riducendo l’ampiezza della chioma di un paio di metri circa (su alcune reiterazioni, anche di più), ma senza togliere elasticità di dissipazione delle forze di carico e del vento.

 

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Un lavoro che ha visto impegnati  il primo giorno quattro professionisti (due dei quali in corda)  e altri sei il secondo, compreso un’autogrù da 38 metri. Naturalmente per la complessità dell’intervento abbiamo dovuto chiudere la strada comunale adiacente al giardino in questione.

Tutto il materiale di risulta è stato ripulito ad esclusione delle foglie. Infatti quest’ultime sono state disperse sotto la chioma interna al giardino in modo che possano essere riciclate sotto forma di sostanza organica, dal proprio albero di produzione. Questa operazione, in accordo con i clienti, verrà ripetuta negli anni in modo da aumentare la fertilità del suolo.

Per i prossimi tre anni non rimane che un attento monitoraggio delle condizioni di salute della nostra quercia.

Fine 2026 sarà la data prevista per il prossimo intervento in chioma. Operazione che prevedrà un’altra potatura di rientro per le reiterazioni parziali ed ancora una selezione delle reiterazioni totali. Siccome sull’albero sono presenti alcune cortecce incluse, (con ogni probabilità queste sono state il motivo dello sbrancamento), durante questo futuro intervento valuteremo un eventuale consolidamento dinamico delle stesse inclusioni.

Come si comporterà la nostra quercia? Se tutto andrà secondo le mie previsioni, probabilmente tutta quella metà del fusto interessato dallo sbrancamento morirà. Questa lenta morte sarà seguita da un altrettanto lento degrado della lignina che sarà riciclata dallo stesso albero. Ci sarà un sostanziale ingrossamento delle colonne cambiali che rimarranno vive, le quali consolideranno la colonia di reiterazioni nuove e vecchie.

Ci diamo appuntamento nel prossimo anno per verificare i progressi della nostra amica quercia.

E’ con immensa soddisfazione che riporto alcune frasi della recensione della cliente:

“siamo rimasti molto soddisfatti della gentilezza e professionalità dimostrate. L’intervento è stato puntuale e preciso nonostante le giornate di pioggia che lo hanno reso disagevole per gli operatori. La quercia adesso appare ben bilanciata e senza più traccia di rami secchi e pericolosi.”

Io e tutto il mio team  di PAESAGGIO ITALIANO non abbiamo deluso le sue aspettative.

 

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El Patio Florido

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