Creiamo giardini da vivere in tutte le stagioni.

A SCUOLA DI ARBORICOLTURA.

“Arboricoltura s. f. [comp. del lat. arbor –ŏris «albero» e –coltura]. – Scienza e tecnica che guida alla coltivazione degli alberi sulla base delle caratteristiche biologiche proprie di ciascuna specie e delle relative varietà, nei varî ambienti; è distinta in tante branche quante sono le specie coltivate o i gruppi omogenei di queste ( vivaismo ornamentale, viticoltura, agrumicoltura, frutticoltura, mandorlicoltura, ecc.).”

Fino all’immediato secondo dopoguerra, la ricerca e l’insegnamento delle coltivazioni arboree erano riservati a pochissimi Atenei e agli Istituti Tecnici. Come le si intende oggi , si trattava di cattedre, nel migliore dei casi accompagnate da un assistente ordinario. In alcuni casi, le coltivazioni speciali includevano le coltivazioni arboree, ma erano tenute da professori di Agronomia.

Sei professori, solo sei, in poche sedi accademiche: Firenze, dove l’Istituto di Coltivazioni Arboree fu fondato nel 1936; Bologna (1926), Milano (1935), Napoli (1935), Perugia (1936), Torino (1939). Da allora, una crescita continua nel numero di docenti e ricercatori e, quindi, di argomenti e risultati della ricerca e di insegnamenti.

Una dimensione culturale profonda che racchiude e riorganizza competenze di botanica, biologia, fisiologia, agronomia, compendiandole su due direttive principali: la conoscenza dell’albero e la gestione dell’impianto.

Infatti. quando si parla di arboricoltura si intende un processo tecnico-specifico che mira alla coltivazione degli alberi ai fini produttivi o ornamentali.

In particolare si occupa della selezione, piantagione e gestione degli alberi, dello studio, dal livello molecolare fino ad arrivare alla pianta intera, di come crescono e rispondono alle pratiche colturali.

L’arboricoltura ha il compito di fornire le conoscenze base relative alle caratteristiche fisiologiche e morfologiche delle specie arboree da frutto, ornamentali e da legno. Vengono prese in considerazione la morfo-fisiologia, la progettazione, il movimento plastico, la biologia fiorale, il ciclo riproduttivo, le interazioni con l’ambiente, le modalità di propagazione, l’allevamento e la raccolta del prodotto e la risposta alle tecniche colturali al fine di acquisire le conoscenze necessarie alla corretta ed efficiente conduzione di un frutteto e un arboreto (ornamentale o da legno) in un’ottica di sostenibilità.

Entrando nello specifico del giardino, l’arboricoltore deve essere una figura professionale e completa. Dovrà dialogare con il paesaggista ed il tecnico fitopatologo, per offrire al cliente finale la migliore soluzione: che sia una potatura professionale, una cura (biologica o chimica) o un abbattimento.

Insomma, serve molta scuola. Purtroppo in Italia, su questo argomento, solo pochi lungimiranti arboricoltori si sono formati e si stanno ancora formando. Come però spesso succede nel nostro paese, vige il detto “pochi ma buoni”. Si, il livello di formazione di noi arboricoltori italiani è di altissimo livello. Speriamo che molti altri seguano le orme di noi pionieri dell’arboricoltura moderna.

Campanini Claudio

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