IL GRANDE CEDRO

 

Continuano, senza sosta, i nostri interventi su monumenti viventi che hanno bisogno di mani esperte.

Questa volta parliamo di un grande cedro, cresciuto all’interno di un giardino privato. Anzi, vista l’età quasi centenaria dell’esemplare, si evince con certezza che il cedro era già presente da anni prima della costruzione dell’immobile e di conseguenza, prima della realizzazione del giardino.

Già alla prima nostra VTA (valutazione visiva di stabilità) si sono evidenziate alcune criticità. Principalmente, la capitozzatura parziale delle ramificazioni che sbordavano oltre confine. Capitozzature fatte non dai nostri clienti, ma dai vicini di casa che si sono visti invadere il cortile nella sua parte aerea. La non conoscenza porta sempre ad errori che peggiorano la situazione: infatti l’albero ha reagito con reiterazioni traumatiche che hanno appesantito ulteriormente quel lato e che presto hanno superato la lunghezza delle punte precedentemente capitozzate.

Nella nostra relazione abbiamo spiegato alla committenza la successione degli interventi previsti. Prontamente a sua volta la committenza ha esposto il tutto al confinante, il quale con molta intelligenza ha accettato il programma che riguardava in primis la parte di chioma che insisteva sulla sua proprietà.

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Il piano di lavoro è stato stilato prevedendo unicamente un intervento in arrampicata su fune che ha visto impegnati per due giorni Davide e Marco (che ringrazio) in chioma e Michele a terra in assistenza. Davide e Marco sono due miei allievi della scuola dei manutentori del verde e dei giardinieri d’arte, quindi il briefing iniziale è stato semplice e veloce, visto che ci conosciamo già molto bene e parliamo lo stesso linguaggio arboricolturale.

Il primo giorno ci siamo concentrati sulla parte di chioma capitozzata e con perizia abbiamo recuperato i capitozzi. Con l’intervento siamo riusciti anche ad effettuare un piccolo rientro della chioma che continuerà, piano piano, con i prossimi interventi (il primo previsto tra tre anni circa e l’ultimo tra 15 anni). Tutto ciò non ha compromesso l’elasticità dinamica delle reiterazioni che continueranno senza problemi a scaricare eventuali nevicate e a dissipare l’energia del vento.  A riprova di questo, ci siamo imbattuti in una fortissima giornata di vento con raffiche molto potenti durante la permanenza presso il giardino dei committenti, in presenza dei quali, siamo riusciti a dimostrare che il colletto dell’albero e la prima parte di fusto non sono stati assolutamente sollecitati dal vento. Sempre a dimostrazione della corretta operazione, è stata opportuna l’osservazione degli esemplari di Cedrus di un altro confinante i quali, erroneamente potati (capitozzati su tutta la chioma), non riuscivano a scaricare l’energia del vento su chiome e fusti ma indirizzavano l’energia cinetica a terra facendo vibrare anche il terreno sottostante. Sul nostro questo non è successo!

 

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Altra criticità evidenziata già in valutazione visiva di stabilità ma confermata dai due esperti operatori in chioma : una grande corteccia inclusa posizionata circa a metà albero che comprende due grosse reiterazioni totali di origine traumatica (probabilmente  a seguito di un capitozzo dell’albero avvenuto circa cinquant’anni fa). L’alleggerimento della chioma non basterà per garantire la stabilità, quindi si opterà per un consolidamento tramite fune. Questa operazione contribuirà a ridurre maggiormente il rischio di schianto. Per questo tipo di consolidamento opteremo per una fune omologata per 4 tonnellate posizionata a circa 4 metri al di sopra della corteccia inclusa, ed una seconda fune omologata a 2 tonnellate posizionata a circa 8 metri sopra l’inclusione.

 

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Terza ed ultima criticità evidenziata sia dalla valutazione visiva di stabilità che dagli operatori in chioma: la presenza massiccia di buchi di Dendrocopos major (Picchio Rosso).

Questo simpatico esserino ha lavorato abbondantemente su una delle due grandi reiterazioni e non solo per cercare cibo: ha addirittura scavato abbondantemente per costruire il suo nido.

Così facendo ha danneggiato seriamente il tronco. L’albero ha compartimentato correttamente ma, negli anni a venire dovremo monitorare con attenzione questi punti per valutare eventuali cambiamenti o evoluzioni.

 

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I prossimi interventi saranno ancora di leggero rientro della chioma ma sempre rispettando l’architettura dell’albero nonché il suo equilibrio ormonale ed energetico.

Ogni due/tre anni si controllerà anche l’integrità del consolidamento e, se sarà necessario, si andrà ad allentare leggermente la tensione delle funi per mantenere la dinamicità del sistema.

A terra invece, non sono previsti altri interventi poiché quella zona del giardino non è particolarmente calpestata, quindi riteniamo inutile una scopertura delle radici e relativa ricopertura. Quella che si renderà necessaria, sarà una pacciamatura con cippato per garantire una lenta ma continua cessione di sostanza organica.

Sempre nel contesto in cui dimora il grande cedro, vi è un piccolo esemplare di Tilia che interferisce in parte con la chioma dell’albero principale. Su essi siamo intervenuti per recuperare una capitozzatura drammatica e lo abbiamo impostato per diventare una “testa di salice”. Il rientro in chioma per mantenere questa tecnica è previsto ogni due anni.

PAESAGGIO ITALIANO è sempre a disposizione dei monumenti verdi, con tecnica, perizia e sensibilità.

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