Una valutazione di stabilità su di un ippocastano seriamente compromesso.

Siamo stati interpellati per valutare la stabilità di un ippocastano prossimo al secolo di età, seriamente compromesso.

Al primo sopralluogo ci si presenta un bellissimo esemplare di Aesculus hippocastanum che in passato ha subito un paio di capitozzature (per fortuna era ancora biologicamente giovane), ed un importante sbrancamento dovuto ad un carico eccessivo di neve (inverno 84/85). Le ferite riportate sono state una strada di ingresso per i funghi patogeni che, inizialmente sono stati compartimentati e controllati dall’albero stesso, ma che con l’avanzare dell’età biologica della pianta, hanno preso il sopravvento.

Parliamo principalmente di Ganoderma resinaceum come fungo patogeno principale, ma non escludiamo un concorso di altri funghi che al momento non si sono manifestati.

Non sempre la presenza di carpofori è sinonimodi legno compromesso, ma in questo caso, come si vede dalla fotografia, i corpi fruttiferi del fungo si manifestano sopra i contrafforti e non tra di essi, lasciando spazio a pensieri non felici. Tuttavia, prima di abbattere un esemplare simile, si provano tutte le strade che la scienza ci mette a disposizione. Per questo caso ho scelto di effettuare una tomografia, che è una specie di risonanza magnetica degli alberi. Tramite impulsi propagati da dei sensori su delle linee rette attraverso il fusto, il tomografo rileva la consistenza del legno. Nero  e marrone il legno è integro, verde quando il legno è seriamente compromesso, viola quando il legno non c’è più. se osservate la foto del computer, la parte viola interessa tutti i contrafforti della zona est dell’albero, compromettendone seriamente la propria stabilità.

Visto i risultati,  mi sono consultato con i miei colleghi di “Arbestense” e abbiamo optato per la misura più drastica: l’abbattimento dell’albero. Aspettiamo solo i permessi comunali, poi si procederà con lo “smontaggio” completo , facendo bene attenzione a produrre piccoli pezzi per non danneggiare le strutture adiacenti.

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Eleonora

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