COLONICO: IL GIARDINO DI NICOLA E SARA

Un conto è progettare il nuovo. Altra cosa è intervenire sull’antico. Chi si accinge a metter mano a una vecchia costruzione dovrà inevitabilmente scontrarsi
con ostacoli e preesistenze che possono condizionare le scelte. Un vincolo potrebbe voler dire cambiare parte del progetto. A questo proposito, vorrei illustrarvi un intervento eseguito da me e dai miei collaboratori ormai molti anni fa in una casa colonica della bassa reggiana. Parliamo di un Vecchio Pioppo centenario
che Nicola e Sara, i padroni di casa, si sono ritrovati a fianco del loro rustico. prima dell’acquisto del rustico, questo vecchio pioppo abbandonato a se stesso si presentava in condizioni molto critiche: rami secchi, altri spezzati dalle intemperie, rottami dimorati ai suoi piedi, scortecciature da mezzi meccanici e tanto altro. Nicola mi chiese un parere sullo stato di salute dell’albero monumentale, al quale teneva veramente tanto. Proprio quell’anno, il Vecchio Pioppo perse
le foglie in pieno luglio per colpa di una rigidissima siccità. Nel frattempo iniziarono i lavori di restauro: l’impresa edile piazzò la
gru da cantiere proprio adiacente al pioppo e i rami “fastidiosi” furono capitozzati pesantemente dagli stessi muratori senza tener conto delle normali
tecniche agronomiche e mettendo così a serio rischio la salute e la stabilità del Vecchio Pioppo. Tuttavia valeva la pena tentare di recuperare un albero di tale importanza.

LE FASI DEL RECUPERO

L’intervento di recupero è cominciato dalla salute delle radici: abbiamo sparso ammendante sabbioso di giusta granulometria, interrandolo per quanto possibile, partendo da poche decine di centimetri dal colletto estendendo l’operazione a tutto il lotto. Questo ha favorito il rigenero
di nuove piccole radici che, a loro volta, hanno alimentato il risveglio di nuove gemme dormienti un po’ su tutta la pianta. Abbiamo eseguito una potatura di ricostruzione e selezione per ribilanciare la chioma. In seguito abbiamo iniziato l’impianto del nuovo giardino, fertilizzando e irrigando le nuove essenze. Di riflesso abbiamo restituito un po’ di sostanza ai nuovi rametti. E, presto, il vecchio Pioppo ha ripreso il vigore di un tempo.

Al momento di pavimentare l’ampio carrabile anche ad uso cortilivo, come di tradizione nella zona, ho insistito molto per interrompere la soletta in calcestruzzo molti metri prima del colletto del pioppo. Infatti, il trottatoio in Luserna e porfido si interrompe bruscamente per dare spazio a un disegno tondo di
cubetti di porfido posati completamente a secco che fanno da cornice a una “scultura naturale”. La posa a secco permette alle radici di respirare: mio padre, il mio grande maestro, mi diceva che “le radici degli alberi, alla domenica, devono sentire l’Ave Maria”. Un’antica metafora che insegna a non addossare terreno o altro materiale asfittico alle radici. Un terreno ben areato ha anche molteplici vantaggi agronomici, fin troppo numerosi per poter essere descritti qui.

Oggi il Vecchio Pioppo è più in salute che mai e i nostri operatori continuano a coccolarlo anno dopo anno. Questa esperienza di recupero di un monumento vivente all’interno di un giardino di epoca passata ha contribuito, insieme a molte altre, alla formazione e alla competenza che oggi caratterizza Paesaggio Italiano nel recupero e gestione di giardini storici.

RIPROGETTAZIONE

La riprogettazione del giardino della casa colonica di Sara e Nicola si è delineato poi in stretta sinergia con l’architetto Gianluca Aldrovandi e con i proprietari. Il progetto è stato caratterizzato da un pedonale a “S” che divide in due parti l’appezzamento principale. Per assecondare questa conformazione, l’architetto ha realizzato un cancello pedonale separato da quello carrabile. I percorsi sono in pietra di luserna e porfido. ai lati di questo percorso aiuole sinuose ricche di cespugli dalle fioriture colorate e dai profumi gradevoli e delicati. Ad accompagnare il vecchio pippo in questa composizione sono stati scelti per il viale di ingresso, aceri campestri a lento sviluppo (tipici della zona così come il pioppo stesso) e altre due alberature principali simbolo della famiglia: una Quercia per la primogenita di Nicola e Sara, Silvia, e un Prunus per il secondogenito , Enrico. Il ricordo della posa delle due alberature suscita in noi dello staff di Paesaggio Italiano ancora un tenero ricordo fatto di molti fiocchi prima rosa e poi blu e della gioia di Nicola e Sara nell’inizio della loro vita insieme in questo splendido giardino.


Il vecchio pioppo protagonista del giardino colonico di Nicola e Sara
Particolari dei materiali di recupero utilizzati

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