le piante intorno al lago

PROGETTARE UN GIARDINO ACQUATICO

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Biolago, piscina o semplicemente uno specchio d’acqua ornamentale, sono elementi che ormai non mancano più in un giardino che abbia lo spazio necessario per la loro costruzione.

Ma siamo sicuri che il giardino circostante al nostro bacino sia progettato in modo intelligente, perché esso sia bello, funzionale e fruibile da chi lo gode?

Il motivo di questo articolo di blog nasce dal fatto che sempre più spesso ci capita di intervenire, o semplicemente fare consulenza, su lavori “progettati” da altri. Non a caso ho messo le virgolette sulla parola progettato, perché nella maggioranza dei casi non esiste nemmeno un progetto. Ci ritroviamo così, intorno al lago, piante, arredi e sentieri posati un tanto al metro, secondo la fantasia del giardiniere e senza nessun criterio tecnico.

Lavorare attorno all’acqua non è facile: è necessario molto studio, molta tecnica, molta conoscenza dei materiali e delle tecniche di manutenzione ordinaria e straordinaria da apportare al bacino e nel giardino circostante. Ma soprattutto serve esperienza sul tema acqua. Nei requisiti sopraelencati, ho tralasciato volutamente la parola fantasia. Essa infatti è di poca importanza nella stesura di un progetto di un giardino acquatico; se vogliamo esprimerci in percentuale, lascerei alla pura fantasia, solo il 10%.

Se lavoriamo attorno ad una piscina formale (quelle informali non sarebbero neppure da prendere in considerazione), abbiamo l’aiuto dei giardini storici che risalgono addirittura all’antico regno egizio. In quell’epoca già si costruivano invasi formali atti alla balneazione ricreativa. Naturalmente non esisteva la chimica di sintesi (cloro, acidi ecc.), e gli antichi si affidavano alle piante prelevate dal Nilo per depurare l’acqua. Insomma, avevano inventato il biolago!

Prese in considerazione alcune cose come la fruibilità, la facilità di manutenzione, gli spazi vivibili e molto altro ancora, useremo i vari stili nati negli ultimi 3500 anni per progettare il nostro spazio verde. Nel farlo, sfodereremo dal nostro archivio virtuale, quel 10% di fantasia a patto che l’estrosità non prenda il sopravvento.

La fantasia si ferma dove cominciano le leggi della botanica: non faremo mai un’aiuola di ortensie classiche, in pieno sole. Sempre la fantasia, deve chinarsi alle leggi fisiche: se abbiamo un terreno argilloso e vi dobbiamo costruire un muretto a secco, dovremo rispettare con il peso, la portanza del suolo. Altra cosa da non trascurare sarà la deriva dell’acqua di evaporazione, la quale, carica di sostanze chimiche, arriverà a danneggiare irrimediabilmente piante e aiuole adiacenti all’invaso.

La progettazione cambia completamente se abbiamo già o dobbiamo costruire, un biolago balneabile. Per definizione deve assomigliare il più possibile ad un bacino naturale. Se assomiglia ad un bacino artificiale architettonico, non è più un biolago ma una biopiscina. Non voglio annoiarvi descrivendovi le 5 tipologie che contraddistinguono gli uni dalle altre, mi limito solo al biolago in quanto ritengo sia il futuro dei nostri giardini (spazio permettendo).

Nel caso del biolago, i progetti devono essere due: quello tecnico e quello estetico. È compito di noi progettisti unirli e semplificarli in un unico disegno. Questo matrimonio è fondamentale per il successo e la longevità del giardino: infatti come si ritiene, il biolago deve avere una durata ipotetica di 80-90 anni (come minimo) e il giardino circostante deve fare altrettanto.

Fondamentali più che mai in fase di progetto, sono le competenze: le piante giuste alla distanza giusta, i materiali corretti usati nel modo più consono agli stili, e soprattutto l’aspetto estetico che deve attenersi e integrarsi   il più possibile   con ciò  che la natura ha già fatto gratis per noi.

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